A chi entra la prima volta dentro al nostro laboratorio può sembrare forte l’odore antico del corno, dell’olivo e del ferro. Si possono toccare le materie prime, come le corna bovine, vedere tutto il processo della lavorazione, dal grezzo al finito.

Corno di bue

Gli statuti dei coltellinai ci dicono che già nel XVI sec. i manici dei coltelli venivano realizzati in corno bovino. La natura rurale del territorio rendeva questo materiale facilmente reperibile in loco. Il corno, composto principalmente da cheratina, scaldandolo assume una plasticità tale da poterlo appiattire o piegare fino all’indurimento. Il materiale era molto richiesto non solo per i manici di coltelli ma anche per pettini, fermagli, calzari e tanti altri oggetti di vita comune, prima dell’avvento della plastica. Oltre alla duttilità era ed è apprezzata anche la sua colorazione naturale, molto elegante dopo la lucidatura a spazzola.

Corno di bufalo

Questo materiale è del tutto simile al corno bovino, tranne che per la struttura che per il colore. Infatti mentre il corno bovino ha una forma conica circolare, il corno di bufalo è appiattito e con una superficie ondulata e poco regolare. Il suo colore tipico è nero con sfumature grigio marroni. Esistono però varie qualità di bufalo come il “biondo”, che ha un colore più ambrato e quello “striato”, che invece presenta una venatura bianca che disegna striature molto belle sul nero del corno.

Legno di olivo

La lavorazione del manico di un coltello è uno degli aspetti affascinanti del nostro mestiere. L’esperienza e la manualità ci consentono di lavorare il materiale naturale fino dal grezzo, facendo così una selezione di materiali in base alla qualità e alla particolarità che solo madre natura può creare. Il legno di olivo è molto richiesto, per via della sua venatura inconfondibile. L’olivo ha inoltre una fragranza molto particolare e anche se il suo utilizzo non era molto diffuso nel passato nell’ambito della coltelleria, è attualmente molto apprezzato dal mercato estero, anche perché è un legno comunemente abbinato al nostro territorio toscano.

Legno di bosso

Il bosso è una pianta che comunemente veniva usata nel giardino all’italiana, è la classica siepe, ha le foglie piccole e di forma arrotondata ed ha una crescita lentissima, il tronco cresce di diametro poco più di 5mm l’anno. È molto raro trovare arbusti di dimensioni superiori ai 40/50mm di diametro. Il fatto che la crescita sia molto lenta determina anche una compattezza ed una durezza notevoli. Nei ricordi dei vecchi coltellinai il bosso veniva descritto duro come il ferro, tanto che veniva usato per i manici di attrezzi da lavoro. Il bosso ha un colore giallo paglia ed una venatura molto compatta con piccoli nodi.

Legno di rovere

È un legno molto diffuso sia per l’arredamento che per alcuni impieghi professionali, come le botti. Ha una colorazione chiara ed una venatura regolare, è molto duro e resistente.

Legno di padouk

Il Padouk è un legno proveniente dalle zone tropicali di Africa e Asia. Ha un colore rosso vivo ed una venatura lunga e regolare. È un legno molto duro e tende a diventare scuro se esposto al sole.

Legno di wengè

È un legno molto duro e proviene dalle zone tropicali africane, il colore è marrone scuro tendente al nero, con venature molto sottili più chiare. É un legno molto particolare, durante la lavorazione rilascia essenze che ricordano il cacao.

Legno di mogano

Il mogano è un legno tipicamente americano e ne esistono varie tipologie. Ha una colorazione rossiccia tendente al ruggine che va a schiarire sulla parte esterna, la venatura è fitta e fibrosa.

Legno di bambu

Un materiale molto resistente e compatto che viene lavorato pressando la fibra di bambù. Ha caratteristiche molto utili per un utilizzo intenso ed un ottima impermeabilità.